Sketchmob
Bovisa Milano

24 settembre 2016

A cura di: Sketchmob Italia
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Brochure Sketchmob Bovisa 24/9/2016

Disegnare Bovisa

“Tettamanti ci offre una lezione quanto mai seria di viva, appassionata ricerca di una immagine acuta, precisa, solida di Milano, della Milano periferica, con le sue fabbriche, con le sue ultime case che s’addossano ai muri degli stabilimenti, con i binari del tram che terminano nei campi, coi passaggi a livello, i tralicci dei fili elettrici, coi cortili ingombri di ferraglie. La Milano proletaria, squallida e nuda talvolta, ma piena di una vita ignorata e vera.” (1)

Così Mario de Micheli, storico dell’arte attento alle avanguardie del XX secolo e al Neorealismo in particolare, presentava la mostra personale tenuta nel 1955 da Ampelio Tettamanti alla Galleria “La Genzianella” di Falcade (Belluno). Nei dipinti di quella mostra comparivano, per la prima volta, visioni della Bovisa, simili a quelle raffigurate nei disegni raccolti in questo catalogo, a quei dipinti coevi o di poco antecedenti. Ognuno di questi bozzetti, schizzati velocemente e con segno nitido, isola e definisce un’inquadratura, una composizione resa significativa dallo sguardo dell’artista, il quale, fermandosi sul posto, osserva il paesaggio urbano circostante, seleziona il punto di vista, delimita la veduta, analizza la struttura del luogo, ne definisce gli elementi primari e secondari, opera una sintesi grafica, tracciando infine sulla carta un disegno, denso della profondità interpretativa mediata dall’occhio e dalla mano, nonché del paradigma poetico impresso dall’autore.

A distanza di oltre mezzo secolo quegli stessi luoghi sono stati rivisitati, rivisti e ridisegnati da un gruppo di architetti, designer e appassionati di disegno, durante uno Sketchmob organizzato in occasione della mostra. Lo Sketchmob consiste in una riunione informale ed estemporanea tra architetti, designer e appassionati di disegno, che si radunano in un luogo architettonicamente significativo per disegnarlo (2). Si tratta di un modo nuovo di (ri)scoprire le molteplici potenzialità del disegno, e in particolare del disegno dal vero eseguito sul posto. Il disegno si presta a essere strumento di visione, che indirizza l’occhio a scrutare con attenzione e a scoprire quello che sarebbe altrimenti sfuggito. Nel continuo rimando che l’atto del disegnare impone allo sguardo, tra la realtà osservata e la raffigurazione tracciata dalla mano, emerge la funzione del disegno come strumento di analisi e interpretazione e del mondo, e dunque come strumento di pensiero e di conoscenza. Il disegno è inoltre un potente mezzo di comunicazione, tra i più efficaci e immediati, per visualizzare un’idea e condividerla con altri, per rappresentare un oggetto o un manufatto rilevato o progettato, o semplicemente per prendere degli appunti visivi. Infine il disegno è un potente ausilio alla memoria, non soltanto perché l’atto del disegnare aiuta effettivamente a ricordare meglio ciò che si è osservato, ma anche perché il disegno rimanda in vario modo a quel repertorio di immagini, stratificato nella memoria, a cui è possibile ricorrere – anche inconsciamente – ogni qual volta si intraprende un nuovo percorso interpretativo o progettuale, per un artista come per un architetto (3).

Nel caso dello schizzo dal vero, inoltre, il disegno si pone nella sua forma di interpretazione della realtà percepita, facendosi talvolta narrazione non soltanto del mondo esteriore, ma anche di quello interiore, attraverso la percezione aptica (4), che riunisce la percezione tattile dello spazio con la propriocezione, l’auto-percezione del proprio assetto corporeo che consente l’orientamento rispetto all’ambiente fisico circostante. Nello Sketchmob, l’atto di disegnare è anche amplificato dall’appartenenza al gruppo, che porta i partecipanti a fondersi in un flusso creativo condiviso di espressione e di pensiero, uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa nell’attività del disegno (l’esperienza ottimale di cui parla Csikszentmihalyi) (5).

Gli schizzi realizzati in occasione dello Sketchmob in Bovisa restituiscono frammenti di una città che cambia: immagini dotate di carica emotiva, che nascono da un’esperienza intima e privata, realizzata in un’occasione collettiva di condivisione, e che finiscono per assumere una dimensione pubblica, in grado di descrivere e indagare una realtà complessa come quella della città contemporanea. Mediante questa pratica del disegno, per gli architetti come per i non addetti ai lavori, è possibile osservare, comprendere, conoscere, incrementare un senso attivo di appartenenza a un luogo, elaborare una narrazione condivisa in grado di combinare la dimensione intima e insieme pubblica degli spazi urbani e dell’architettura.

Marco Muscogiuri, Irina Suteu

Tratto dal Catalogo della mostra “15 paesaggi umani Ampelio Tettamanti e Milano” – Nomos Edizioni

Marco Muscogiuri è ricercatore di ruolo e docente di Disegno e Rappresentazione dell’Architettura, Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito. Irina Suteu è docente di Interaction Design alla Nuova Accademia di Belle Arti (NABA), Dipartimento Design, Milano.
Note
(1) Mario De Micheli, Presentazione, in Ampelio Tettamanti, catalogo della mostra (7-22 agosto 1955), Falcade, Galleria d’Arte “La Genzianella”, 1955.

(2) L’iniziativa degli Sketchmob, avviata a Milano dal 2013 dagli autori assieme a Stefan Davidovici e Matteo Schubert, è collegata a quella organizzata a Londra da Trevor Flynn, ricercatore al Central Saint Martins College of Art & Design, che ha avviato nel 2008 questa forma collettiva di disegno sul posto. Cfr.: <http://www.sketchmob. it>; <http://sketchmob.co.uk>.
(3) Questi quattro aspetti del disegno – il vedere, il pensare, il comunicare, il ricordare – sono stati evidenziati da Franco Purini con particolare riferimento agli architetti, ma possono essere estesi a tutti i campi di applicazione del disegno, opportunamente declinati. Franco Purini, Un quadrato ideale, in “Disegnare. Idee e Immagini”, a. XXI, 2010, n. 40, p. 12.
(4) James J. Gibson, The Senses Considered as Perceptual Systems, Boston, Houghton Mifflin Company, 1966; Id., The ecological approach to visual perception, Boston, Houghton Mifflin Company, 1979, trad. it. Un approccio ecologico alla percezione visiva, Bologna, Il Mulino, 1999 (o Udine, Mimesis, 2014?).
(5) Mihaly Csikszentmihalyi, Isabella Selega Csikszentmihalyi, Optimal experience. Psychological studies of flow in consciousness, Cambridge (UK), Cambridge University Press, 1992.